Che cos’è una miniatura? Per miniatura si intende la decorazione pittorica del libro manoscritto, generalmente ottenuta con colori ad acqua o a tempera, su diversi supporti materiali (in particolare pergamena e carta). Tra i colori più usati in età rinascimentale le fonti indicano il nero, il bianco, il rosso, il giallo, l’azzurro, il viola, il rosa e il verde. Per ottenerli si usavano pigmenti di origine minerale, animale e vegetale. I minerali venivano macinati su mortai o pietre durissime, come il porfido; i pigmenti di origine animale o vegetale, invece, si ottenevano per macerazione.

Tra i minerali più usati vi erano le ocre o terre colorate (da cui si ricavavano i rossi, gli aranciati, i gialli e i bruni); il rosso di cinabro e di minio; la biacca (bianco di piombo) e il ‘bianco sangiovanni’ a base di calcio; il nerofumo; il verderame; l’azzurrite e il più pregiato azzurro oltremare, ricavato dal lapislazzuli. I pigmenti di origine organica (le lacche) si ottenevano facendo precipitare i coloranti animali e vegetali per mezzo di composti a base di sali di alluminio. Loro caratteristica è la trasparenza, o la semitrasparenza. Per questo motivo, dalla fine del Medioevo vi si fece ricorso per ottenere apprezzate velature.

Nei fondi delle iniziali o delle scene figurate, le parti in oro venivano realizzate con polvere d’oro (oro in conchiglia) oppure con sottilissima foglia d’oro, che veniva applicata direttamente sulla pergamena con albume o su uno strato di polvere di calce.