Che cos’è un disegno? Tutti lo sappiamo intuitivamente: è la rappresentazione grafica di un oggetto della realtà o dell’immaginazione, di persone, di luoghi, di figure geometriche e di molto altro ancora. È la trasposizione figurativa di quanto ci circonda oppure di un’idea, di un sogno, di un prodotto della fantasia dell’uomo, secondo l’interpretazione che ne offre un artista. Il disegno è alla base di infiniti linguaggi per immagini che hanno dato voce a diversi contesti umani e culturali, al punto che fino al Seicento era ritenuto il fondamento dell’arte. Per questo motivo, fin dal Medioevo e ancora durante tutto il Rinascimento, un vero artista doveva essere in primo luogo un eccellente disegnatore.

Dai punteruoli usati nell’antichità per incidere superfici di pietra agli odierni programmi di grafica negli elaboratori elettronici, sono tanti gli utensili che, in mano agli uomini attraverso i secoli, hanno consentito di rappresentare le immagini. Durante l’età rinascimentale, per esempio, il segno grafico poteva essere tracciato con diversi strumenti (punta metallica, pennello fine intinto nell’inchiostro, pastello morbido, carboncino) su diversi supporti (tavola, muro, tela, rame, vetro, pergamena, carta).

Infinite potevano essere le elaborazioni delle immagini, ottenute attraverso il mutare di chiari e scuri. E del tutto differente poteva essere anche l’esito ultimo, dal semplice schizzo allo studio preparatorio per un successivo elaborato pittorico o, addirittura, un vero e proprio elaborato grafico finito, fine a se stesso.