Lista
Lista
Lista
Lista
  • Bacheca dei siti suggeriti:
  • [Treccani]
  • [Wikipedia]
  • [GabinettoDisegniEStampeUffizi]
  • [BritishMuseum]
  • [Louvre]
  • [Prado]
  • [MetropolitanMuseum]
  • [VictoriaAlbertMuseum]
  • [Albertina]
  • [BibliotecaMediceaLaurenziana]
  • [BibliotecaApostolicaVaticana]
  • [InternetCulturale]
  • [KIT]
  • [SBNRL]
  • [SBNIT]
  • [Azalai]
  • [Incunabula]
  • [Edit16]
  • [Catalogo Italiano dei Periodici]
  • [ManusOnLine]
  • [Calcografica]
  • [ACRI]
  • [Gallica]
  • [Iconclass]
  • [Emporium]
  • [LombardiaBeniCulturali]
Risultati 1-1 su 1
SM 9,19
OggettodisegnoAutoricerchia di Juvarra, Filippo [Info autore]Titolo[Prospetto est del Palazzo pubblico di Lucca]Datazione1706 (?) (bibliografia)Materia e tecnicacarta, inchiostro, grafite, acquerelloMisuremm 345 x 428CommittenteConsiglio Generale della Repubblica di Lucca
Notizie storico-criticheIl palazzo, sede della Repubblica lucchese, assume il nome di Palazzo Pubblico fin dalla prima età rinascimentale. Dal 1430 al 1799 è luogo del governo della "città stato", accogliendo funzioni politiche, amministrative ed economiche, la residenza degli Anziani e dei Cancellieri, la caserma militare delle guardie svizzere, il carcere e il tribunale della repubblica.
Nel 1577 viene affidato a Bartolomeo Ammannati un imponente progetto edilizio di trasformazione. Il nuovo edificio è costituito da due blocchi quadrati con cortile centrale porticato, separati da un altro cortile con loggia a serliane e portici su pilastri bugnati, rigorosamente simmetrico e di forte impatto monumentale. La sua costruzione, che comportava la demolizione di diversi fabbricati esistenti, è interrotta nel 1580 per difficoltà di realizzazione.
Il palazzo rimane incompiuto e compromesso e solo nel 1706, Filippo Juvarra ottiene l'incarico per un nuovo progetto. Questo si sviluppa nell'arco di un ventennio e si articola in tre fasi: 1706 (primo progetto), 1723-24 (secondo progetto), 1728 (progetto definitivo). I disegni sono conservati presso l'Archivio di Stato di Lucca. La prima ipotesi adotta lo schema compositivo dell'Ammannati (l'edificio era in parte già costruito) ribaltando l'andamento dell'asse di simmetria nel senso longitudinale nord-sud e proponendo, al posto del secondo blocco edilizio, una conclusione a esedra del cortile mediano che assume una forma aperta a C. Il secondo progetto, stilato dopo oltre quindici anni, quando il fabbricato presentava problemi statici (sui quali intervenne anche Domenico Martinelli nel 1720) è ridotto per motivi economici e prevede il solo completamento del tratto di cortile già realizzato dall'Ammannati e il miglioramento della funzionalità interna dell'edificio, con riduzione delle ornamentazioni. Elementi forti della progettazione sono lo scalone principale di rappresentanza e l'adiacente atrio al piano nobile.
La variante al secondo progetto riguarda accorgimenti che consentano di rinforzare le strutture e il progetto è posto in opera tra il 1729 il 1735. Un'ultima fase, che segue l'impostazione generale del progetto juvarriano, è portata a termine dopo la sua morte tra il 1743-44 dall'architetto Francesco Pini, suo collaboratore.
Da recenti studi sul Palazzo (Gritella, 1992) sembra che nel 1706 Juvarra, prima di accingersi alla stesura del nuovo progetto, dopo aver esaminato il modello ligneo dell'Ammannati ancora conservato nel palazzo e oggi perduto, abbia fatto eseguire un dettagliato rilievo planimetrico delle strutture e degli edifici che gravavano sull'area.
Alla Collezione Sardini appartengono due disegni relativi al Palazzo Pubblico, una pianta (Milano, Collezione Sardini Martinelli, inv. 9,129) e il prospetto qui rappresentato, che sembrano risalire agli inizi dell'intervento di Filippo Juvarra e coincidere con il rilievo effettuato probabilmente da un suo collaboratore. Dalla loro conformazione, da un'analisi stilistica e da un confronto di rappresentazione, si deduce che i disegni sono collegati tra di loro ed eseguiti dalla stessa mano.
Il disegno in alzato rappresenta il prospetto est dei corpi edilizi del palazzo che si affacciavano sulla via, di cui quello a sinistra e quello centrale sono riferibili alla parte realizzata da Bartolomeo Ammannati, mentre il corpo a destra, più "dimesso", sembra appartenere alla vecchia fabbrica della Dogana.
Il primo prospetto è il fronte del cortile che doveva essere centrale nell'impianto progettato. Si presenta molto elaborato, con un portale d'ingresso a grosse bugne preceduto da una scalinata a C e affiancato da finestre a edicola con timpani ad arco spezzati, sovrastate da elementi sporgenti a guisa di mensole e decorati da festoni nella parte sottostante. Una fascia balaustrata sorregge le aperture corrispondenti al loggiato del primo piano, costituite da tre serliane e finestre più piccole simili a quelle del corpo edilizio a fianco.
La facciata di questo secondo corpo edilizio, per i magistrati, ha forma quadrata ed è suddivisa da marcapiani: due riprendono la linea della base e del davanzale della balaustra a lato e dividono il pianterreno con mezzanino dal primo piano, l'altro è una cornice impostata a livello del tetto dell'edificio a lato e individua il secondo piano. Tra la serie di finestre del primo piano, ne spicca una, più alta, forse in corrispondenza di una stanza più profonda.
Gli spigoli di sinistra di entrambi gli edifici sono sottolineati da una fila di bugne; sul terminale di destra dell'edificio maggiore è il secondo portale con due colonne e una trabeazione, raccordato alla grande apertura del primo piano da un elemento con mensoloni a sostegno del davanzale aggettante, delle paraste binate e della trabeazione conclusiva. Al secondo piano è un grande tondo liscio in rilievo riquadrato. Gli edifici sono conclusi da cornicioni molto aggettanti.

BibliografiaH. Lorenz, Domenico Martinelli und die österreichische Barockarchitektur, Wien 1991, p. 332 n. Z 473 Scheda descrittiva completa in [SBN_Nazionale]
AcquisizioneLibreria Antiquaria Hoepli (acquisto, 1941)
CollocazioneComune di MilanoGabinetto dei Disegni
AvvertenzePer richiedere immagini digitali relative al patrimonio del Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco è possibile inviare una richiesta a: c.gabinettodisegni@comune.milano.it richiedendo l'apposito modulo da compilare.
Nella richiesta dovrà essere precisato se tali immagini necessitano a scopo di studio oppure siano destinate alla pubblicazione. In caso di pubblicazione le immagini potrebbero essere soggette al pagamento dei diritti di riproduzione secondo quanto stabilito dalla Deliberazione di G.C. n. 3175/2002.
Alcune opere potrebbero essere inoltre tutelate dal diritto d'autore (legge 22 aprile 1941, n. 633 e integrazioni). L'utilizzo di immagini riproducenti opere di artisti viventi o morti da meno di 70 anni, quindi non ancora di Pubblico Dominio, esige l'autorizzazione dell'avente diritto o della SIAE, sezione OLAF, se quest'ultima lo rappresenta.
Ideazione concept Graficheincomune:
Benedetta Gallizia di Vergano, Michele Stolfa
 - 
Realizzazione informatica:
TAI S.a.s. di Marino Delfino e Paolo Ongaro