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SM 8,52 r.
Oggetto
disegno
Autore
Brugieri, Domenico
(?)
[Info autore]
Titolo
[Allegoria della Religione]
Datazione
1708 ca. - 1709 ca. (contesto)
Materia e tecnica
carta, pennello e inchiostro, acquerellatura, grafite
Misure
mm 204 x 125
Notizie storico-critiche
Nell'"Indice" del tomo nel quale il marchese Giacomo Sardini lo aveva rilegato, il disegno viene definito: "Soffitto di Gio: da Udine". In realtà, diversamente da quanto indicato dal collezionista, il foglio sembrerebbe da riferire a Domenico Brugieri, il pittore più rappresentativo, insieme a Giovan Domenico Lombardi, tra quelli attivi sulla scena figurativa lucchese nella prima parte del Settecento. Il disegno potrebbe costituire un primo pensiero per una delle figure allegoriche dislocate lungo il perimetro della volta del coro nella chiesa lucchese della Ss. Trinità, ornata entro il 1709 insieme al concittadino Pietro Paolo Scorsini, suo consueto collaboratore, responsabile dell'esecuzione delle partiture quadraturistiche e degli elementi architettonici. Committente della decorazione del coro è Bartolomeo Conti, primicerio della Compagnia della Ss. Trinità, come risulta dai Componimenti poetici pubblicati nel 1709 in occasione dello scoprimento delle pitture (Betti 2007, pp. 139-144). Per le pareti dello stesso ambiente il Brugieri eseguì sei tele con episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento, ancora in loco, e al centro del soffitto, entro la solida struttura architettonica concepita dallo Scorsini, la Trinità in gloria. Intorno alla volta, sopra mensole dipinte a imitazione del marmo, siedono le personificazioni della Fortezza, la Giustizia, la Virtù, la Verità, la Scienza, la Conservazione, la Bontà e la Devozione affrescate dal Brugieri, in alcuni casi rispettando fedelmente i canoni iconografici fissati da Cesare Ripa nell'Iconologia. La stessa osservazione si applica anche al disegno qui esaminato, raffigurante la Religione accompagnata dai suoi usuali attributi, la croce e il libro recante un'utile iscrizione identificativa, che, reggendo nella mano destra una corona vegetale, guarda verso l'alto, in direzione della Trinità in gloria che avrebbe campeggiato al centro del soffitto. Si tratta, se è corretta la relazione qui suggerita, di un primo pensiero per una allegoria poi esclusa in corso d'opera dal definitivo programma iconografico tradotto in pittura nel coro della chiesa. Il confronto tra la Religione e le figure presenti nel soffitto evidenzia la comune impostazione in forte scorcio, la resa veloce e sicura, le linee intricate e nervose che definiscono i panneggi, il modo simile di rendere i volti ripresi in deciso sottinsù, da accostare soprattutto alle personificazioni della Fortezza e della Giustizia. Si ricorda che nella lettera scritta dal Sardini il 6 ottobre 1795 a un corrispondente non indicato, ma molto probabilmente da identificare con Luigi Lanzi, egli afferma: "Con assidua fatica di 20 e più anni è a me riuscito di porre insieme una collezione di disegni originali de più insigni Maestri, essendomi adoperato per corrispondenze e viaggi in questo ramo (direi quasi di mia professione) se bastasse l'aver molto adoperato la matita. Di quasi tutti i citati Pittori conservo qualche disegno e gli ho disposti a guarnirne un appartamento" (Lucca, Archivio di Stato, Sardini 48, IV, 8, c. 3 r. e v.). I pittori ricordati sono i lucchesi Zacchia il Vecchio, Lorenzo Zacchia, Paolo Guidotti, Pietro Paolini, Cassiano, Francesco e Simone del Tintore, Pietro Ricchi, Paolo Biancucci, Pietro Testa, Antonio Franchi, Giovanni e Ippolito Marracci, Giovanni Coli e Filippo Gherardi, Stefano Cassiani, Giovan Domenico Lombardi, Domenico Brugieri, Giovan Domenico Paladini, Francesco Gibertoni, Giuseppe Antonio Luchi.
Bibliografia
V. Pracchi,
La Raccolta Martinelli al Castello Sforzesco di Milano (seconda parte)
, "Il Disegno di Architettura", n. 4, 1991, p. 26 n. 52
→
Scheda descrittiva completa in
[SBN_Nazionale]
Acquisizione
Libreria Antiquaria Hoepli (acquisto, 1941)
Collocazione
Comune di Milano
Gabinetto dei Disegni
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