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SM 3,48
Oggetto
disegno
Ambito culturale
ambito lucchese
Titolo
[Veduta prospettica dell'Anfiteatro di Lucca]
Datazione
1650 post - 1704 ante (bibliografia)
Materia e tecnica
carta, penna e inchiostro, acquerellatura, grafite
Misure
mm 187 x 428
Notizie storico-critiche
Nell'"Indice" del tomo nel quale era rilegato il disegno viene definito: "Anfiteatro di Lucca".
Il disegno propone la ricostruzione grafica dell'anfiteatro di Lucca con il suo probabile dimensionamento originario e un dettaglio del profilo della cornice dei pilastri. Si tratta di uno spaccato prospettico che mostra la linea delle fondazioni, la struttura che reggeva la cavea a gradoni e il doppio ordine di arcate sovrapposte, di cui quelle superiori e arretrate rispetto al filo delle sottostanti. Le arcate sono impostate su pilastri rifiniti da una cornice in doppio ordine.
L'autore del disegno non è certo, ma si suppone che appartenesse alla città di Lucca.
L'Anfiteatro di Lucca fu realizzato nel II sec. d.C. all'esterno delle mura e vi si svolsero spettacoli per circa quattro secoli fino a che venne chiuso e lasciato in stato di abbandono. L'involucro antico, abbandonato già nel VI secolo e utilizzato in età longobarda come luogo di adunanze, in epoca medioevale fu modificato in maniera sostanziale, inglobandolo all'interno della città e costruendovi sopra case e palazzi che si adattarono allo stretto modulo romano, con abitazioni monofamiliari su più piani, ciascuna compresa entro una campata. Nel Cinquecento vi trovarono posto anche una prigione e il magazzino del sale. All'interno lo spazio, interrato di circa 3 metri, venne frazionato in orti e, più tardi, occupato da varie costruzioni. Nel 1830 Lorenzo Nottolini, incaricato da Carlo Lodovico, progettò la sistemazione urbanistica dell'area, che fu liberata e regolarizzata in forma di piazza ellittica perimetrata da case e destinata al mercato alimentare, in seguito rimosso senza modificare le residenze all'intorno. La configurazione della planimetria originaria è così ancora leggibile e parte dell'anello conserva tratti dei due ordini di 54 arcate su pilastri che reggevano la cavea, capace di diecimila spettatori.
Il disegno dell'anfiteatro è del tutto simile a una incisione pubblicata da Pierre Mortier, in Nouveau Théatre d'Italie ..., vol. I, Amsterdam 1704 (Bedini, Fanelli 1998, fig. 148). Valutando l'iscrizione che accompagna il disegno, si ritiene che la rappresentazione sia ricavata da un esame dei resti dell'anfiteatro ancora visibili e da un'ipotesi di conformazione plausibile. Pertanto si pensa che il disegno sia precedente all'incisione e che, pur non essendo stato tracciato espressamente per realizzarla, sia servito come base per illustrare il monumento scomparso.
Bibliografia
V. Pracchi,
La Raccolta Martinelli al Castello Sforzesco di Milano (prima parte)
, "Il disegno di architettura", n. 3, 1991, p. 18 n. 71
→
Scheda descrittiva completa in
[SBN_Nazionale]
Acquisizione
Libreria Antiquaria Hoepli (acquisto, 1941)
Collocazione
Comune di Milano
Gabinetto dei Disegni
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