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Archivio della guerra 35bis.34.9
OggettostampaAutoreHermann-Paul, René Georges (incisore) [Info autore]Titolo1916 MARS PETAINSerieCalendrier de la Guerre 2° Année Aout 1915 Juillet 1916 par Hermann-PaulDatazione1917 (archivio museale)Materia e tecnicaxilografiaLuogo di edizione/stampaParis
Notizie storico-criticheIl personaggio raffigurato è identificabile .con Henri-Philippe-Omer Pétain, uomo politico e militare francese, nato a Cauchy-à-la-Tour nel 1856 e morto a Port Joinville (isola di Yeu) nel 1951. Dopo una vita passata nei quadri della fanteria oltre che a insegnare nella scuola superiore della guerra, Pétain rivelò, all'inizio della prima guerra mondiale, notevoli qualità di comandante di truppe sul campo. Nominato capo della seconda armata nel giugno del 1915, nel febbraio dell'anno successivo fu incaricato di sostenere Verdun, duramente assediata. Durante questa azione divenne molto popolare per la sua ostinata tenacia e il primo maggio ricevette la nomina a capo del gruppo di armate del centro; nel maggio 1917 ottenne il comando supremo.
Maresciallo di Francia dal 19 novembre 1918, membro dell'accademia dal 1929, fu nel dopoguerra vicepresidente del consiglio superiore di guerra. Nominato da Daladier ambasciatore presso Franco (2 marzo 1939), tenne relazioni con il rappresentante tedesco a Madrid anche dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale.
Durante i giorni della disfatta accettò il 18 magio 1940 la nomina a vicepresidente nel gabinetto Reynaud e subito appoggiò la tesi di Weygand, favorevole alla resa.
Il 16 giugno la camera lo elesse presidente del consiglio ed egli pose in atto il patto armistiziale, fissando la sede del governo nella zona non occupata, a Vichy.
L'assemblea nazionale gli dette il 10 luglio il potere costituente, con il quale costituì un regime autoritario personale simile a uno stato di polizia e sostenuto dalle forze filonaziste. Mantenne le cariche di capo dello stato e capo del governo fino al 18 aprile 1942, svolgendo una politica prettamente conservatrice all'interno e filotedesca all'estereo. Dall'aprile 1942 conservò soltanto le prerogative presidenziali e il 17 novembre 1942 abbandonò anche la delega della propria firma a Laval. Collaborò con Hitler trasportando di fronte all'incalzare dell'offensiva alleata del 1944 il governo a Belfort, poi a Sigmaringen. Il 24 aprile 1945 si consegnò prigioniero alla frontiera svizzera, ma rifiutò di riconoscere l'Alta corte di giustizia, che nell'agosto 1945 gli inflisse la pena di morte, poi commutata in detenzione perpetua (per una disanima sull'argomento si veda "Grande dizionario enciclopedico", XV, pp. 822-823).

BibliografiaGrande dizionario enciclopedico, v. XV, Torino, pp. 822-823
Immagini correlate(La digitalizzazione potrebbe essere parziale o riferirsi solo all'oggetto grafico)
CollocazioneComune di MilanoCiviche Raccolte Storiche
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[Allegato]
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TAI S.a.s. di Marino Delfino e Paolo Ongaro