Nota 1

L'autore della mappa, Giovanni Battista Riccardi (P. Zani, Enciclopedia metodica critico - ragionata delle Belle Arti, Parma 1823, parte I, vol. XVI, p.95; G.K. Nagler, Neues allgemeines Künstler-Lexikon, Lipsia 1835-1852, vol. XIV-25, p.400; P. Arrigoni, Milano settecentesca dall'albun dell'incisore Marc'Antonio Dal Re, Milano 1927; P. Arrigoni, Milano nelle vecchie stampe, vol. II-2,1970, p.159), compare come “inventore” nelle acqueforti di Marc'Antonio Dal Re appartenenti alla prima edizione della serie delle Vedute di Milano del 1726, mentre nella seconda edizione del 1743 il suo nome risulta abraso (S. De Franceschi, Vedute di Milano di Marc'Antonio Dal Re, Milano 1998, p. 15). L'intera edizione delle Ville di delizia è conservata presso la Civica Raccolta delle Stampe "A.Bertarelli".

La collaborazione con il Dal Re tuttavia prosegue e ci è nota attraverso alcune acqueforti in cui Riccardi interviene in qualità di disegnatore e inventore. Le stampe in questione sono conservate presso la Raccolta Bertarelli: il Disegno della macchina di Fuochi artificiali [...], eseguito in occasione dei festeggiamenti che si tennero in onore di S. Carlo nel 1756 (conservato in due esemplari, di cui uno rifilato: primo esemplare; secondo esemplare) e l'acquaforte Per la festa del nostro protettore San Carlo Borromeo, realizzata nello stesso anno e per la medesima circostanza. Vi sono poi due ritratti: il primo di Pietro Giuseppe Crotta, in due esemplari (primo esemplare; secondo esemplare), e il secondo di Gioachino Pontati datato 1762. Nella Raccolta Bertarelli è conservato anche un altro disegno del Riccardi, la Veduta della città di Milano e Castello verso mezzo giorno, del 1720-1730 circa.

Riccardi è attivo anche come quadraturista: nel 1733 nella chiesa di San Marco a Milano con interventi inerenti l'Altare maggiore e lavori di incorniciatura” (S. Latuada, Descrizione di Milano [...], tomo V, 1738, p.281 e p.283 e tomo III, 1737, p.101-102); presso la chiesa di S. Eufemia “una tela rappresentante Gesù Crocefisso, Maria Santissima, l'Evangelista San Giovanni, e la Maddalena, dipinta dal Costa, servendo di Ancona un'ornato a fresco di architettura, fatto da Giovanni Ricardi” (ibidem , tomo III, p. 81.), presso il monastero delle Monache Agostiniane, dette al Cappuccio: “Nell'anno 1737 fu terminato con lisci marmi a varie tinte l'Altare, ed ornata tutta la chiesa con pitture a tempra, fatte nell'architettura da Giovanni Ricardi” (ibidem, tomo IV, 1738, p. 204). Altre informazioni sull'attività del Riccardi possono essere reperite in L. Grassi, Province del Barocco e del Rococò: proposta di un lessico bibliografico di architetti in Lombardia, Milano 1966, pp. 285-287; R. Bossaglia, L'arte dal Manierismo al primo Novecento, in "Storia di Monza e della Brianza", V-5, a cura di A. Bosisio e G. Vismara, Milano 1971, pp. 147-148; M. Colombo, G. Marsili, La chiesa e il Collegio di S. Maria del Carrobiolo a Monza. Prima parte, in "Studi Monzesi", n. 8, Monza, nov. 1992, pp.13-14; A. Spiriti, Il santuario dal Manierismo all'Ecclettismo, in "Il Santuario di Corbetta", a cura di M.L. Gatti Perer, (I Monumenti, 8), pp. 39, 146, 148, 152, 165; A. Spiriti, Sant'Alessandro in Zebedia a Milano, Milano 1999, pp. 39, 55-58.

Inoltre, il nostro svolge attività anche presso la Fabbrica del Duomo di Milano: è noto agli studi un progetto per la facciata della cattedrale datato 1746, disegnato a penna, china diluita e acquerellata su carta, che reca la firma dell'autore in basso a destra “Disegno fatto da Gio.batta / Riccardi Archit.o in otbre 1746”. È conservato nell'Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano (inv. 177) e misura 800 x 590 mm.

Infine, per quanto concerne il titolo di ingegnere civico e architetto che accompagna tradizionalmente il nome del Riccardi, come viene nominato per la prima volta da Gentile Pagani (si veda Gli Istituti Scientifici, Letterari ed Artistici di Milano: memorie pubblicate per cura della Società storica lombarda in occasione del secondo congresso storico italiano, 2 di settembre 1880, Milano 1880, p. 47), non compare in nessuna delle fonti consultate. Allo stato attuale degli studi possiamo solamente ipotizzare che, poiché il figlio, Carlo Riccardi è citato con il titolo di architetto (Archivio Fabbrica del Duomo, Architetti, AS. 3 fasc. 29 gen. 1789), nel tempo al cognome Riccardi sia stato accostato la qualifica di architetto (peraltro indicato nel disegno) o ingegnere civico senza tenere conto del nome.