1943-1944
Immagini e Propaganda nella Repubblica Sociale Italiana
La propaganda della RSI aveva lo scopo principale di chiamare all’appello una popolazione oramai provata e disillusa, raccogliendola attorno ad antichi miti e nuovi valori. Per tutti i 600 giorni di Salo’ la ricerca del consenso fu spasmodica. Dall’altra parte, le forze della resistenza orientarono la comunicazione politica contro il fascismo e il nazismo, evocando una nuova Italia libera e democratica; anche le forze alleate parteciparono a questa guerra di propaganda utilizzando lo strumento della satira su Mussolini e Hitler. La propaganda della resistenza appare più “povera”, dati gli scarsi mezzi a disposizione dei patrioti che combattevano in clandestinità il fascismo, mentre la RSI impiegò ogni mezzo economico possibile per mobilitare a suo favore gli italiani, contando sulla collaborazione creativa e grafica di artisti dalla straordinaria vena creativa, come Gino Boccasile e Dante Coscia. In occasione della mostra documentaria “1943-1944. Immagini e Propaganda nella Repubblica Sociale Italiana”, allestita presso Palazzo Moriggia|Museo del Risorgimento dal 19 ottobre al 19 novembre 2023, si propone una selezione delle opere grafiche realizzate in quel periodo e facenti parte delle collezioni delle Civiche Raccolte Storiche. Manifesti, piccole locandine, fogli volanti, testimoniano la ricchezza ideativa delle più note firme della cartellonistica del tempo, talvolta però ricorrendo anche ad immagini grevi e volgari dedicate agli alleati. Gli “invasori” erano rappresentati come gangster, che con i bombardamenti stavano distruggendo le città e la civiltà italiana, come stupratori o profanatori della religione. Su tutto dominava un convinto razzismo: i soldati afroamericani venivano descritti come criminali selvaggi, gli inglesi erano decadenti colonialisti, i russi diventavano orribili orchi rapitori di bambini. La RSI fu una repubblica convintamente antisemita: gli ebrei – presentati come laidi profittatori dal naso adunco e le fattezze grossolane – erano considerati come i veri manovratori del nemico. Quanto ai partigiani, questi venivano considerati semplicemente banditi e ribelli e sovente dileggiati.




















































